domenica 11 aprile 2010

Diecimila

In questo momento esatto, proprio ora che questo post appare sul blog, io sto guardando la mia decimillesima alba.

Sono sulle mura di un castello diroccato, in cima ad una rupe, a guardare la mia decimillesima alba.
Probabilmente sono bagnato fradicio, quasi sicuramente sto tremando di freddo, che sulle mura di questo castello diroccato il vento non da mai tregua, e ti fa entrare il gelo nelle ossa.
Non so con chi sono, se sono solo o intorno molta più gente di quella che vorrei, so che sono ubriaco, che sto sacrificando vino e un'altro pezzo del mio fegato alle semidivinità pagane che abitano i boschi che ho intorno.
Non so se sto ridendo o piangendo, o tutte e due le cose insieme, ma poco importa, che ho imparato a piangere di gioia e a ridere di dolore.
Tutto ciò che importa è che sono nel posto più importante della mia vita, quello a cui lego tutti i ricordi che vale la pena ricordare, a testimoniare che, nonostante le premesse e il percorso, io sono vivo, e sono qui a veder morire un'altra notte e a veder nascere un altro giorno.
E sto pensando che mi piacerebbe avere un cucciolo da portare qui, fra diecimila giorni, per mostrargli un'alba che mozza il fiato, e raccontargli questo giorno. E poi tornare qui, dopo diecimila giorni ancora, e dare le spalle al sole che sorge, a guardare una notte che giunge alla fine.

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