"Dove sei, giullare?" chiese il re leggero.
"Eccomi, mio re" disse in un tintinnar di campanelli il giullare sapiente.
"C'è una dama alla mia corte, giullare, nei cui occhi non scorgo la gioia. Va giullare, riporta la gioia in quegli occhi, che alla mia corte non voglio tristezza".
"Mio sire, conosco la dama di cui state parlando. Ella è affetta da un male che non posso curare con una battuta ed un tintinnar di campanelle. Solo il tempo, e la sua volontà, hanno questo potere." Rispose mesto il giullare.
"Ma andrò, e farò ciò che è in mio potere.
La ubriacherò con risa, con vino e con ballo,
le insegnerò la quadriglia del matto,
che di quattro battiti non suona che il terzo,
le farò un dono che duri una sera,
il privilegio di una testa leggera,
riscoprendo il gusto di ballare da sola.
Questo io posso mio re,
non mi è dato curare quel male,
solo, per una sera, lenirne il dolore."
"Va giullare, fa quel che puoi, tutte le volte che devi. Tutto quello che voglio è scorgere ancora gioia in quello sguardo."
E il giullare andò, con una capriola ed un balzo, con risa ed un accenno di passi della quadriglia del matto.
"È pazzo" pensò il re leggero "ma nella follia lui ha la cura per tutto."
"Mio re" pensò mesto il giullare sapiente "avrai quel che chiedi, ma pagandone il prezzo più alto.
Della dama che ami avrò cura,
che sia per una sera o più d'una,
caparbio carpirò la sua fiducia,
per farla sentire leggera e sicura.
Poi soffierò fra le sue ceneri spente,
alla ricerca di braci nascoste,
invisibili a tutta la gente comune,
ma lampanti per gli occhi di un folle.
Soffierò ancora per portarle alla luce,
per farle ardere di fiamma vivace,
fatta di gioia e di vita vorace,
che negli occhi, mio sire, riluce.
E lei ballerà la quadriglia del matto,
scoprirà che si balla anche senza compagno,
scoprirà che si vive ad un livello più alto,
e di te, mio re, non cercherà più lo sguardo."
"Eccomi, mio re" disse in un tintinnar di campanelli il giullare sapiente.
"C'è una dama alla mia corte, giullare, nei cui occhi non scorgo la gioia. Va giullare, riporta la gioia in quegli occhi, che alla mia corte non voglio tristezza".
"Mio sire, conosco la dama di cui state parlando. Ella è affetta da un male che non posso curare con una battuta ed un tintinnar di campanelle. Solo il tempo, e la sua volontà, hanno questo potere." Rispose mesto il giullare.
"Ma andrò, e farò ciò che è in mio potere.
La ubriacherò con risa, con vino e con ballo,
le insegnerò la quadriglia del matto,
che di quattro battiti non suona che il terzo,
le farò un dono che duri una sera,
il privilegio di una testa leggera,
riscoprendo il gusto di ballare da sola.
Questo io posso mio re,
non mi è dato curare quel male,
solo, per una sera, lenirne il dolore."
"Va giullare, fa quel che puoi, tutte le volte che devi. Tutto quello che voglio è scorgere ancora gioia in quello sguardo."
E il giullare andò, con una capriola ed un balzo, con risa ed un accenno di passi della quadriglia del matto.
"È pazzo" pensò il re leggero "ma nella follia lui ha la cura per tutto."
"Mio re" pensò mesto il giullare sapiente "avrai quel che chiedi, ma pagandone il prezzo più alto.
Della dama che ami avrò cura,
che sia per una sera o più d'una,
caparbio carpirò la sua fiducia,
per farla sentire leggera e sicura.
Poi soffierò fra le sue ceneri spente,
alla ricerca di braci nascoste,
invisibili a tutta la gente comune,
ma lampanti per gli occhi di un folle.
Soffierò ancora per portarle alla luce,
per farle ardere di fiamma vivace,
fatta di gioia e di vita vorace,
che negli occhi, mio sire, riluce.
E lei ballerà la quadriglia del matto,
scoprirà che si balla anche senza compagno,
scoprirà che si vive ad un livello più alto,
e di te, mio re, non cercherà più lo sguardo."
uohhhhh!
RispondiEliminaquesto post mi piace moltissimo :-)
sono una dama che adora essere distratta dalle vostre follie da giullari, ma da brava dama moderna quale sono voglio di più, voglio essere un pò giullare per farvi capire cosa si prova ad esser dama cosicchè, un giorno, ci saranno giullari che sapranno non solo distrarre le dame di corte, ma anche capire cosa esse provano e, magari, condividerci qualcosa di più di una semplice distrazione.
RispondiEliminaMia dama, quello che scrivi pretende una risposta, che troverai in questo post qui
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