Ogni viaggio inizia sempre con un passo.
Essere accanto ad una persona che compie, contemporaneamente a te, lo stesso identico passo, partendo per lo stesso viaggio, spinto da motivazioni così intrinsecamente simili, è una fortuna che spetta a pochi.
A quanto pare a me e a te questa fortuna spetta.
Lo senti come me, l'odore di libertà mentre conti i giorni? Lo capisci come me, riempiendo le scatole con la tua vita, quale mondo ci si è aperto davanti?
Ci sono spazi che ti aspettano, che ti apparterranno veramente, e il piacere incredibile di potertici muovere attraverso seguendo tempi solamente tuoi; scoprirai il ritmo vero della tua vita.
E ti scoprirai una persona nuova, a volte più adulta e responsabile certo, che ora a te ci devi pensare solo te, a volte più irresponsabile e infantile, che non c'è più nessuno che può rimproverarti: se ti viene voglia di saltare sul letto, cantando a squarciagola con il volume al massimo nessuno te lo può impedire, mai più, se non te stessa.
Soprattutto ti scoprirai la persona che tu deciderai di essere. Ed io, ad un passo da te, scoprirò le stesse identiche cose.
E sarà bello, spero, camminare uno di fianco all'altra, e iniziare insieme, camminando ad un passo l'uno dall'altra, una vita completamente nuova.
C'è un augurio che amo particolarmente, un augurio completo, totale, di quelli che non riesci nemmeno a pronunciare senza essere completamente sincero.
È un augurio prezioso, di quelli che custodisco gelosamente, perchè so che, nel migliore dei casi, forse arriverò ad utilizzarlo una decina di volte in tutta la mia vita.
E credo che questa sia una di quelle volte. Quindi, a te...
buona vita.
Nota degli autori:
Cari tetrapiloctini\e,
Theta, IoNonTremo e Flamio hanno sottratto al cazzeggio una mezz'ora del loro tempo e l'hanno spaccata in quattro, come loro solito.
Già che c'erano, hanno deciso la linea editoriale che il blog deve seguire.
Che, in sostanza, ha coinciso col proibire a Theta di irrorarci quotidianamente di una spremuta di cazzi suoi.
Questo comporterà che:
A) Si apriranno nuove rubriche, il materiale sarà un po' più ordinato, un po più comprensibile. E, di conseguenza, non avete più scuse: dovete comemntare.
B) Theta aprirà un nuovo blog, nel giro di un paio di settimane, che sarà tutto suo, un angoletto stile "La posta di Theta"...fa molto Kiss Me Lycia ma..tant'è.
Non disperate: non farà mancare il suo apporto tetrapiloctomico. Che già è difficile spaccare bene il capello in tre, in due sarebbe impossibile.
Visualizzazione post con etichetta ritmo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ritmo. Mostra tutti i post
lunedì 25 gennaio 2010
venerdì 22 gennaio 2010
Uno zoppo non deve ballare
Lo sapevi, lo sapevi che sarebbe andata a finire così. Te l'avevo detto. Ma tu niente, non ascolti, fai di testa tua, e come sempre sei finito li, a baciare il pavimento.
Che sia chiaro, so esattamente quello che provi. Riesco a vederla, la musica che inizia a scorrerti sulla pelle, a dettare un nuovo ritmo al tuo cuore.
Conosco la passione che ti spinge, lontano da ogni logica, cosciente ma disinteressato alle conseguenze, a muoverti sulla pista, cercando di seguire il tempo, usando un corpo che non senti nemmeno tuo. È la musica che ti fa ballare, è la musica che rende la tua anima libera, leggera; modifica la realtà che ti circonda, e tu, tu vedi le pareti, le persone, le luci distorte dal suono, e tutto è perfetto e tu balli... o almeno, ci provi.
Muovi un passo, ne muovi un'altro, ti senti sicuro, ancora un passo, poi cerchi di fare ciò che non puoi e , inevitabilmente, cadi.
E io sono li, come sempre, ti tendo la mano, ti aiuto a rialzarti,ti odio e muoio, come sempre, guardando il dolore nei tuoi occhi.
E non sono gli insulti o le risate di scherno a farti male, che degli altri, a te, non è mai fregato niente. No, il tuo è il dolore di chi non può, di chi non potrà mai abbandonarsi alle passioni che lo consumano.
Ti porto lontano dal caos della pista, in un angolo distante dagli occhi degli altri, e per un poco balliamo piano, aggrappati insieme, in silenzio, e tu puoi abbandonarti ad un'illusione di normalità, mentre io abbandono le mie speranze di tranquillità.
E vorrei ripetertelo ancora, anche se già lo so, anche se già lo sai; te lo ripeterei con un sussurro, che urlato non ti potrebbe fare più male. Te lo ripeterei con la cattiveria che serve a farti capire, che la vita, lo sai, insegna solo attraverso il dolore.
Uno zoppo non deve ballare.
Me ne sto zitto. Affrontarlo ancora questo discorso, affrontarlo ora, non avrebbe senso.
Ti stringo più forte, come sempre, e ancora una volta ti tengo in piedi e ti lascio ballare.
Questa notte, queste luci, queste note ti appartengono. E quindi consumale, finchè non verrà l'alba a sbiadire tutte le illusioni.
Che sia chiaro, so esattamente quello che provi. Riesco a vederla, la musica che inizia a scorrerti sulla pelle, a dettare un nuovo ritmo al tuo cuore.
Conosco la passione che ti spinge, lontano da ogni logica, cosciente ma disinteressato alle conseguenze, a muoverti sulla pista, cercando di seguire il tempo, usando un corpo che non senti nemmeno tuo. È la musica che ti fa ballare, è la musica che rende la tua anima libera, leggera; modifica la realtà che ti circonda, e tu, tu vedi le pareti, le persone, le luci distorte dal suono, e tutto è perfetto e tu balli... o almeno, ci provi.
Muovi un passo, ne muovi un'altro, ti senti sicuro, ancora un passo, poi cerchi di fare ciò che non puoi e , inevitabilmente, cadi.
E io sono li, come sempre, ti tendo la mano, ti aiuto a rialzarti,ti odio e muoio, come sempre, guardando il dolore nei tuoi occhi.
E non sono gli insulti o le risate di scherno a farti male, che degli altri, a te, non è mai fregato niente. No, il tuo è il dolore di chi non può, di chi non potrà mai abbandonarsi alle passioni che lo consumano.
Ti porto lontano dal caos della pista, in un angolo distante dagli occhi degli altri, e per un poco balliamo piano, aggrappati insieme, in silenzio, e tu puoi abbandonarti ad un'illusione di normalità, mentre io abbandono le mie speranze di tranquillità.
E vorrei ripetertelo ancora, anche se già lo so, anche se già lo sai; te lo ripeterei con un sussurro, che urlato non ti potrebbe fare più male. Te lo ripeterei con la cattiveria che serve a farti capire, che la vita, lo sai, insegna solo attraverso il dolore.
Uno zoppo non deve ballare.
Me ne sto zitto. Affrontarlo ancora questo discorso, affrontarlo ora, non avrebbe senso.
Ti stringo più forte, come sempre, e ancora una volta ti tengo in piedi e ti lascio ballare.
Questa notte, queste luci, queste note ti appartengono. E quindi consumale, finchè non verrà l'alba a sbiadire tutte le illusioni.
Iscriviti a:
Post (Atom)