In cucina la sequenza è tutto.
E no, non venirmi a parlare della qualità degli ingredienti, della passione, dell'inventiva.
La sequenza è tutto, punto.
Pentola, acqua, ebollizione, sale, pasta, qualche minuto, scola, punto.
Sposta solo una singola parte della sequenza qua sopra, e se ti va bene hai fatto uno schifo; se sei particolarmente distratto e hai mischiato la sequenza nel modo sbagliato forse è il caso che chiami i pompieri.
Poi si, mettici la migliore pasta del mondo, il sale del Murray River, acqua di sorgente scozzese, usa una pentola con un centimetro e mezzo di fondo, assaggia spesso, sicuro che ti esce una pasta da dio.
Ma stai facendo un cazzo di piatto di pasta, e a guardarti li che te lo cucini in mutande e ciabatte, credo che anche con quello che trovi al supermercato sotto casa puoi ottenere un risultato più che soddisfacente, addirittura ottimo, se segui attentamente la sequenza.
In cucina la sequenza è tutto. E nella vita è uguale.
Prendi due tizi a caso, magari uomo e donna così la facciamo più semplice; prendili di quelli che a fargli rispettare la sequenza rischiano pure di invecchiare insieme. Ora metti caso che lui è sbronzo, sbaglia la sequenza, e gli fa proposte oscene prima di chiederle come si chiama. Dieci a uno lei lo manda a quel paese, e tanti saluti al futuro insieme, o alla nottata divertente, o quello che è.
Ora invece prendi la coppia peggio assortita che ti viene in mente, una di quelle coppie che guardandole non puoi proprio fare a meno di chiederti: uno, lei che ci trova in lui e due, lui come c'è riuscito, che da come lei lo guarda pare vedere un adone e non lo hobbit che vedono tutti gli altri intorno a lei.
E il segreto, anche qui, è che la sequenza è tutto, nella vita come in cucina, e quell'hobbit la, accompagnato da una dea dell'amore, la sequenza l'ha seguita tutta, puntiglioso, in maniera maniacale.
Qell'hobbit ha imparato quello che c'era da imparare, ha chiesto il suo nome ed ha detto il suo, ha saputo attendere, ha fatto tutte le mosse che era il caso di fare e quando è stato il momento ha saputo ascoltare i giusti consigli; e la sequenza, ovviamente, l'ha premiato.
Questa cosa qui m'è venuta fuori perchè, a quanto pare, trasformerò i fornelli in cattedra, che c'è qualcuno a cui non bastano gli auguri, ma servono decisamente lezioni di cucina, e a me che piace giocare tra i fuochi, le spezie e gli aromi, non potrebbe farmi più piacere.
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mercoledì 3 febbraio 2010
martedì 2 febbraio 2010
Il mio mostro migliore
E’ tutta una questione di prospettive. Essere bruciati come ossigeno, o bruciare perché ossigeno. Senza libertà d’opinione, essere presi sgraziatamente e gettati di peso nelle nostre orbite atomiche, leccando il cambiamento, stimolandolo, nella concitazione degli orgasmi che salgono gutturali per la trachea, fino a morire, stridenti, a mezz’aria. Per questo. Per quando finirà. Per questo, muovi il tuo elettrico. E allora, amico mio, scopati la fiamma, bruciati il cazzo ed i palmi, rotolati nella brace e poi spegni le ultime scintille con gocce d’occhi, se vuoi. E’ quello che muove il tuo elettrico. Perché non siamo pietra ed il tempo ci prende ogni giorno a calci in culo, spingendoci in avanti. E, allora, non rimanere a guardare. Vomita il tuo corpo claudicante sulla pista e danza e cadi. Ed io riderò di te, prima di tenderti la mano. E sarà così che faremo finta che le cose debbano per forza esser prese per quelle che sono. Sarà quel pavimento, il tuo amore crudo, fatto di nerbo e muscolo (sarà una cosa vera, ci puoi giurare), e ossa sparse ad indicare i fumi di domani. Smettila di imparare e lecca quella fica di fuoco. E’ imparando che si commette peccato, è imparando che si sbaglia. Scrivine. E quando farà troppo male la lingua, ci metteremo sopra del rum con ghiaccio, ma lasciando nel frigo il ghiaccio. Balla, amico mio, balla. Perché è di questo elettrico che siamo fatti, è inutile negarlo. Senza apprendere, ricominceremo. Perché ci crediamo, noi, nella circolarità delle cose.
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lunedì 25 gennaio 2010
Ballare con il fuoco
Questo è per G, il fuoco con cui ho imparato a ballare.
E per G, il fuoco con cui sto ballando e bruciandomi adesso.
E per G, che si commuove a sentirmene parlare, e che forse non sa del fuoco si porta dentro.
Nasci e impari a respirare. Subito dopo impari a urlare.
E la parte facile, spiacente, ma finisce qui.
Ma hai fatto un grande passo in avanti, che respirare e urlare ti saranno utilissimi: respirare ti serve per vivere, urlare per ricordarti che sei vivo.
Poi hai cinque sensi da imparare ad usare, non darne per scontato nessuno, che in certi momenti la vita riesci a morderla come si deve solo utilizzandoli tutti insieme, e sono i momenti migliori.
Impari ad afferrare, imparalo bene, perchè nella vita quello che vuoi devi prendertelo da solo, sempre.
Impari a parlare, e a camminare; occhio, questo è un passaggio importante. Sono i tuoi piedi, e solo i tuoi, che ti porteranno in giro per il mondo, e solo parlando riuscirai a conoscerlo; ci sono infinite persone che devi conoscere, ognuna con la sua storia; molte saranno solo facce nei tuoi ricordi, ma alcune, e sono poche quindi fai attenzione a quando le incontri, alcune verranno ad insegnarti la vita, che certe cose, spiacente, da soli non si imparano mai.
Impari a correre; gran cosa correre, ma usala bene. Corri incontro alla vita, alle persone che ami, corri per te, per sentire il sangue che ti scorre nelle vene potente, corri, e questo è fondamentale, lontano da chi la vita vuole succhiartela via.
E alla fine, l'ultima delle cose veramente importanti che impari è ballare. E ballare è vita. È la vita stessa. È la musica che prende forma, è l'amore, è la rabbia, è il tuo estro, è rivoluzione. Si, perchè non c'è rivoluzione senza un ballo.
Impara a muoverlo come si deve il tuo corpo sul tempo, e poi impara da questo, a muoverti a tempo con la vita che hai intorno.
E poi, se sei fortunato, incontri il fuoco. E quando ti parlo di fuoco ovviamente sai benissimo di cosa ti sto parlando.
Ed è quando incontri il fuoco che scopri veramente che uomo sei.
Che il fuoco brucia, e la prudenza imporrebbe di non avvicinarsi mai al fuoco. Fallo se vuoi, scappa, allontanati dal fuoco; ma in questo caso della vita ti sarai perso il meglio.
Oppure fai come me, e balla col fuoco. E non ho detto accanto o intorno al fuoco, che quello sono buoni tutti a farlo, ma è da vigliacchi. Prendi il fuoco per le mani, stringigli la vita più forte, fallo aderire al tuo corpo e ballaci insieme. Assaporane il calore, perditi nella sua luce ipnotica e poi bruciati. O si, ballando con il fuoco ci si brucia spesso, è una cosa rischiosa ballare col fuoco, ma per Dio quanto è bello.
Poi, un giorno, con quel fuoco imparerai a ballare, a stringerlo a te senza bruciarti più, e berrai dalla vita a piene mani.
E potrà pure succederti, come è successo a me, di reincontrarlo ancora il fuoco, a distanza di anni, sotto una forma completamente diversa. E scoprirai, come me, che a ballare con il fuoco non si impara mai, e dovrai riniziare a ballare e a bruciarti, e lo farai con gioia, che è la vita che ti sta bruciando la pelle.
E per G, il fuoco con cui sto ballando e bruciandomi adesso.
E per G, che si commuove a sentirmene parlare, e che forse non sa del fuoco si porta dentro.
Nasci e impari a respirare. Subito dopo impari a urlare.
E la parte facile, spiacente, ma finisce qui.
Ma hai fatto un grande passo in avanti, che respirare e urlare ti saranno utilissimi: respirare ti serve per vivere, urlare per ricordarti che sei vivo.
Poi hai cinque sensi da imparare ad usare, non darne per scontato nessuno, che in certi momenti la vita riesci a morderla come si deve solo utilizzandoli tutti insieme, e sono i momenti migliori.
Impari ad afferrare, imparalo bene, perchè nella vita quello che vuoi devi prendertelo da solo, sempre.
Impari a parlare, e a camminare; occhio, questo è un passaggio importante. Sono i tuoi piedi, e solo i tuoi, che ti porteranno in giro per il mondo, e solo parlando riuscirai a conoscerlo; ci sono infinite persone che devi conoscere, ognuna con la sua storia; molte saranno solo facce nei tuoi ricordi, ma alcune, e sono poche quindi fai attenzione a quando le incontri, alcune verranno ad insegnarti la vita, che certe cose, spiacente, da soli non si imparano mai.
Impari a correre; gran cosa correre, ma usala bene. Corri incontro alla vita, alle persone che ami, corri per te, per sentire il sangue che ti scorre nelle vene potente, corri, e questo è fondamentale, lontano da chi la vita vuole succhiartela via.
E alla fine, l'ultima delle cose veramente importanti che impari è ballare. E ballare è vita. È la vita stessa. È la musica che prende forma, è l'amore, è la rabbia, è il tuo estro, è rivoluzione. Si, perchè non c'è rivoluzione senza un ballo.
Impara a muoverlo come si deve il tuo corpo sul tempo, e poi impara da questo, a muoverti a tempo con la vita che hai intorno.
E poi, se sei fortunato, incontri il fuoco. E quando ti parlo di fuoco ovviamente sai benissimo di cosa ti sto parlando.
Ed è quando incontri il fuoco che scopri veramente che uomo sei.
Che il fuoco brucia, e la prudenza imporrebbe di non avvicinarsi mai al fuoco. Fallo se vuoi, scappa, allontanati dal fuoco; ma in questo caso della vita ti sarai perso il meglio.
Oppure fai come me, e balla col fuoco. E non ho detto accanto o intorno al fuoco, che quello sono buoni tutti a farlo, ma è da vigliacchi. Prendi il fuoco per le mani, stringigli la vita più forte, fallo aderire al tuo corpo e ballaci insieme. Assaporane il calore, perditi nella sua luce ipnotica e poi bruciati. O si, ballando con il fuoco ci si brucia spesso, è una cosa rischiosa ballare col fuoco, ma per Dio quanto è bello.
Poi, un giorno, con quel fuoco imparerai a ballare, a stringerlo a te senza bruciarti più, e berrai dalla vita a piene mani.
E potrà pure succederti, come è successo a me, di reincontrarlo ancora il fuoco, a distanza di anni, sotto una forma completamente diversa. E scoprirai, come me, che a ballare con il fuoco non si impara mai, e dovrai riniziare a ballare e a bruciarti, e lo farai con gioia, che è la vita che ti sta bruciando la pelle.
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