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giovedì 6 maggio 2010

Idrogrammatologia 7: Anche le società più civili hanno qualche difetto

Sto pensando ad una società in cui un concetto come l'omofobia non è nemmeno comprensibile, in cui domandare dei gusti sessuali equivale a chiedere se si preferisce il dolce o il salato.
Sto pensando ad una società in cui la libertà di culto è assoluta, in cui gli edifici di culto delle varie religioni e divinità sorgono gli uni accanto agli altri, in cui nessuno si sognerebbe mai di mettere in discussione l'altrui credo.
Sto pensando ad una società cosmopolita, in cui la diversità è ricchezza, in cui le varie culture si confrontano e si integrano per dar vita ad un qualcosa di nuovo ed in continua evoluzione.
Sogno una società in cui è scontato prendersi cura dei propri dipendenti, una società in cui ogni singola persona è un investimento da portare avanti e curare, dove, di fronte alla proposta di un lavoro a tempo determinato, sarebbe il capo stesso a riderti in faccia.
Certo, i romani davano i cristiani in pasto alle belve affamate; ma di fronte all'alto grado di civiltà raggiunto questa piccola barbarie impallidisce, e stiamo comunque parlando di quasi due millenni fa.
E poi in fondo è vero che i leoni li affamavano, ma di fame non ne è mai morto nessuno!

mercoledì 3 febbraio 2010

Idrogrammatologia 6: In cucina la sequenza è tutto.

In cucina la sequenza è tutto.
E no, non venirmi a parlare della qualità degli ingredienti, della passione, dell'inventiva.
La sequenza è tutto, punto.
Pentola, acqua, ebollizione, sale, pasta, qualche minuto, scola, punto.
Sposta solo una singola parte della sequenza qua sopra, e se ti va bene hai fatto uno schifo; se sei particolarmente distratto e hai mischiato la sequenza nel modo sbagliato forse è il caso che chiami i pompieri.
Poi si, mettici la migliore pasta del mondo, il sale del Murray River, acqua di sorgente scozzese, usa una pentola con un centimetro e mezzo di fondo, assaggia spesso, sicuro che ti esce una pasta da dio.
Ma stai facendo un cazzo di piatto di pasta, e a guardarti li che te lo cucini in mutande e ciabatte, credo che anche con quello che trovi al supermercato sotto casa puoi ottenere un risultato più che soddisfacente, addirittura ottimo, se segui attentamente la sequenza.
In cucina la sequenza è tutto. E nella vita è uguale.
Prendi due tizi a caso, magari uomo e donna così la facciamo più semplice; prendili di quelli che a fargli rispettare la sequenza rischiano pure di invecchiare insieme. Ora metti caso che lui è sbronzo, sbaglia la sequenza, e gli fa proposte oscene prima di chiederle come si chiama. Dieci a uno lei lo manda a quel paese, e tanti saluti al futuro insieme, o alla nottata divertente, o quello che è.
Ora invece prendi la coppia peggio assortita che ti viene in mente, una di quelle coppie che guardandole non puoi proprio fare a meno di chiederti: uno, lei che ci trova in lui e due, lui come c'è riuscito, che da come lei lo guarda pare vedere un adone e non lo hobbit che vedono tutti gli altri intorno a lei.
E il segreto, anche qui, è che la sequenza è tutto, nella vita come in cucina, e quell'hobbit la, accompagnato da una dea dell'amore, la sequenza l'ha seguita tutta, puntiglioso, in maniera maniacale.
Qell'hobbit ha imparato quello che c'era da imparare, ha chiesto il suo nome ed ha detto il suo, ha saputo attendere, ha fatto tutte le mosse che era il caso di fare e quando è stato il momento ha saputo ascoltare i giusti consigli; e la sequenza, ovviamente, l'ha premiato.

Questa cosa qui m'è venuta fuori perchè, a quanto pare, trasformerò i fornelli in cattedra, che c'è qualcuno a cui non bastano gli auguri, ma servono decisamente lezioni di cucina, e a me che piace giocare tra i fuochi, le spezie e gli aromi, non potrebbe farmi più piacere.

mercoledì 13 gennaio 2010

Idrogrammatologia 5: della gioia di essere single e altre botte di genio

Salve a tutti.
Vorrei iniziare questo post con un appello: so che siete pochi, e che magari avete altro da fare, ma gradirei parecchio avere qualche feedback su quello che qua si sta facendo. Magari uno aggiusta il tiro, che, senza un confronto diretto uno non riesce a rendersi bene conto quando esce dal seminato e si dirige verso lidi improbabili e altamente tediosi.
Che poi magari dai commenti uno riesce anche a prendere spunto per quelle perle di saggezza da bar sotto casa che sono i post di Idrogrammatologia.

Ma veniamo a noi, e all'argomento del post.
Mi è capitato di leggere una di quelle cose fantastiche che prima dei social network uno si teneva per se o, nel peggiore dei casi, sprecavano inchiostro su qualche rivista per uomini alla moda; parlava dell'essere single, di quanto sia bello, di quanto ci si senta liberi, di quante boiate romantiche e paranoie della compagna si riescano a evitare.
Ora, senza stare a sindacare sugli effettivi pro e contro di una relazione, che poi magari a una persona proprio non gli interessa legarsi, o almeno non con te (ma questo è un'altro discorso), io voglio sapere: ma ti hanno costretto con la forza a stare con un'arpia fan di Hello Kitty o sei, molto più semplicemente, un povero idiota?
Il discorso vale da una parte come dall'altra, che ad essere gelosi, appicicosi, melensi, paranoici e soffocanti ci riescono benissimo sia gli uomini che le donne.
Quando conosco una persona che mi interessa, almeno io, mi riservo un minimo di tempo per conoscerla, prima di inginocchiarmi e chiedergli di invecchiare insieme. Se vedo che è interessante quanto una puntata del Grande Fratello, leggera quanto una retrospettiva sul cinema russo antecedente gli anni 30 (ho detto leggera e non interessante, che poi magari qualcuno di voi il cinema lo ama davvero, e poi viene a spiegarmi sotto casa col randello l'influenza a livello mondiale del cinema d'avanguardia russo), se mi accorgo che è matura quanto mia nipote di 3 anni e un filo più paranoica di Mel Gibson in Ipotesi di complotto, ecco io, tendenzialmente, giro i tacchi e inizio a correre più velocemente che posso.

Poi è normalissimo che in un rapporto che vuoi far durare più di un paio di settimane uno o due compromessi bisogna farli e un poco di impegno per compiacere quella persona che mi sopporta e supporta nei miei momenti peggiori devo pure mettercelo (a dirla tutta dovrebbe pure venire naturale farlo, se alla suddetta persona ci tengo veramente e non ci sto insieme solo per convenienza).
Poi basta cacciare il fiato, che a dire che quattro ore al giorno di telefonate, no, proprio non sono il minimo necessario, sono eccessive da ogni punto di vista non ci vuole niente; poi o l'altro capisce o forse non ho valutato attentamente con che persona mi stavo andando a incasinare.
Come non ci vuole un genio per capire che se esco con gli amici o semplicemente mi rode o sono stanco e me ne resto a casa non ho esattamente voglia di passare la serata al telefono con te e si, magari un massaggio te lo mando, magari proprio perchè fa piacere a me farlo, ma uno, non settanta, altrimenti ti passavo a prendere e semplicemente stavamo insieme, o no?
Non tollera i miei amici? O non tollero i suoi amici, che è la stessa cosa a parti rigirate? Ma proprio nessuno nessuno? Non è credibile. Perchè se non sopporta nessuna delle persone che frequento non dovrebbe tollerare neanche me, che non credo di essere poi così diverso dalle persone con le quali mi accompagno da una vita. Semplicemente preferisce i suoi di amici, e non gli interessa minimamente farmi perdere tutti i miei pur di stare con lei. Ne prendo nota, mi accorgo che quando l'ho conosciuta, oltre al colore preferito e al segno, potevo pure chiedergli se per caso non fosse una stronza egoista (magari non proprio in maniera così diretta) e sprecarci meno tempo insieme.

Che poi tutta sta cosa qua la sto scrivendo da single è tutta un'altra storia; che riesco ad andare al pub pure otto volte a settimana, che oltre la vista mi si sdoppiano pure i giorni alle volte, che faccio tutte le cazzate che mi vengono in mente e che la prima che mi viene a proporre di impegnarmi e mettere la testa a posto e cambiare stile di vita la spiano con la macchina è assolutamente irrilevante.
E la prossima volta che troverò interessante una persona, giuro, proverò a conoscerla senza guardarla sempre attraverso il fondo di un boccale. Giuro. Quasi.

sabato 2 gennaio 2010

Idrogrammatologia 4: rapporto di causa-effetto collaterale

Se potessimo prevedere le conseguenze di ogni nostro gesto tutto sarebbe più semplice, magari appena un pelo più noioso.
Fortunatamente l'infinito si manifesta in tutta la sua sardonica potenza attraverso le mille anse della teoria del caos.
Succede così che dalla presa di coscienza di un mio personale e banalissimo bisogno sono arrivato a fare jogging il primo dell'anno, dopo aver smesso di fumare e di bere.
Succede così che dalla presa di posizione dello stesso personale e banalissimo bisogno di un'altro si arrivi a sfasciare famiglie già abbastanza avviate.
Sta di fatto che al momento ho parecchia apprensione a prendere coscienza dei miei bisogni, anche quelli più banali; per dire adesso mi sta venendo sete, potrei, visto l'andazzo, ritrovarmi monaco in Nepal attraverso quattro ineccepibili passaggi.

Ora, se permettere, io andrei, che ho variabili da aggiungere all'equazione caotica che sto vivendo al momento

mercoledì 23 dicembre 2009

Idrogrammatologia 3: Del viver tondi e morir quadrati

Ho scoperto che mi piace, qui sul blog, dire le cose trasversalmente alle persone. Estrapolandole dal contesto e generalizzandole, così che magari possano aver valore per qualcun'altro oltre che per l'interessato, e che questi debba comunque fare un minimo sforzo intellettuale per capire che il post è per lui.

Che non penso di essere una cattiva persona ma, effettivamente, due o tre fisime caratteriali ce le ho.
Difficilmente mi incazzo con un amico, e per pochissime cose; sono abituato a dividere tutto, con gli amici, senza fare troppo caso a se e quanto ci perdo in questo, ma quando mi accorgo che nemmeno quel minimo di rispetto e di riconoscenza che credo di essermi ampiamente meritato mi viene restituito in cambio, io, onestamente, divento una iena.
Difficilmente poi perdono, mi ci vogliono anni, che se non ho fiducia in una persona, io, ho difficoltà a stare nello stesso posto dove è lui.
Poi magari, un pò perchè dopo anni l'incazzatura scema, un pò perchè condividendo amici si è costretti a sedere allo stesso tavolo, ci riprovo a dargli fiducia alle persone, a rilassarmi un minimo in sua presenza.

Poi magari, quando abbassi un minimo la guardia, ti accorgi che chi nasce tondo non ha nessuna voglia di morire quadrato. E che, a un palmo dal culo, è la distanza minima necessaria per un regime di civile convivenza.

Che poi con questo post non ho ne generalizzato, ne estrapolato dal contesto, ma sono rischi del mestiere, quando si pratica la tetrapiloctomia alla buona con un'ora e mezza di sonno e la testa che ti presenta il conto della serata.

mercoledì 9 dicembre 2009

Idrogrammatologia 2: luce troppo forte è un buio al contrario

Sia il buio che una luce troppo intensa rendono impossibile vedere.
Pensate a quando vi svegliate la mattina e aprite la finestra, o quando ad un concerto vi puntano in faccia l'occhio di bue. Siete circondati dalla luce, tutto appare più nitido e chiaro a tutti, tranne che a voi, che avete la vista satura di luce. Vi basta aspettare giusto l'attimo che serve ai vostri occhi per abituarsi alla luce del mattino, o fare un passo più in la, fuori dal cono di luce del faro per riuscire a vedere di nuovo.

La vita è uguale, siamo bombardati da problemi e situazioni che ottundono la nostra capacità di giudizio, che ci rendono temporaneamente totalmente ciechi.
Il bello è che accanto a noi c'è sempre qualcuno che si è svegliato un minuto prima, o che si tiene fuori dal cono di luce del faro, che ci tende la mano per evitare di farci andare a sbattere a destra e a manca, solo che noi, ciechi come siamo, queste gran persone non le vediamo mai.

domenica 6 dicembre 2009

Idrogrammatologia 1: L'esibizionismo nella sua forma definitiva

Mi sono scoperto, pare, a farne una marea di questi pensieri, valevoli quel tanto che basta per essere enunciati di fronte ad una platea di affezionati di bevande a base d'orzo fermentato a sera inoltrata, ma non in grado di assurgere ad una più nobile e duratura forma di espressione.
Capità però che io a questi pensieri un poco malandati mi ci affezioni alle volte, e, non trovando altro posto dove scriverli, di solito li scrivo nel bicchiere di birra che ho in mano. E guardate che a scrivere sulle superfici liquide ci vuole una tecnica non da poco.
Tutto questo giro di parole solo per dirvi che, visto che siamo su un blog attivissimo, ci prendiamo pure il lusso di inaugurare le rubriche nei giorni festivi. E ora finalmente, il post.


Se ci si pensa su un attimo, nemmeno troppi anni fa, poi dipende dall'età, che a me neanche mi pensavano quando succedeva, ma basta spostarsi appena un attimo verso oriente che ancora gira così, dicevo, vedere una ragazza che ti mostrava il ginocchio in pubblico faceva girare la testa. Ora, visto che all'ora di cena la stessa ragazza si agita sullo schermo con addosso tanta stoffa da non farci una cravatta, per noi poveri esibizionisti sono tempi duri, che anche ad andare al parco con l'impermeabile a mostrare le proprie qualità suscita al massimo un'alzata di spalle.
Ed è per questo che finiamo qui, senza una faccia e spesso senza nemmeno un nome, a praticare la forma più estrema e definitiva di esibizionismo.
Perchè qui, signori, ci si spoglia anche della pelle, e si esibiscono i pensieri