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venerdì 25 dicembre 2009

Filastrocca della pace natalizia

Tanti auguri a tutti quanti, pure agli stronzi e agli arroganti

Tanti auguri agli esclusi, così che gli altri, rimangano delusi

Tanti auguri alle preziose, che son sempre spine e quasi mai rose

Tanti auguri e buona pace, anche a chi proprio non ci piace

Tanti auguri a chi ama le frasi fatte, le rime scarne e le fiabette

Insomma a tutti quelle che giocano le matte, per poi far le marionette

Tanti auguri agli idioti riconosciuti, perché siamo in tanti

E se all’appello parecchi non l’ho veduti, confido che prima o poi si facciano tutti avanti

Tanti auguri al sottoscritto, che un po’ di pace, se la merita di diritto

Tanti auguri a Gesù e a babbo Dio, che oggi siamo in tregua e per una volta, lo decido io.

Buon natale da noi di Tetrapiloctomia alla buona

Approfitto della presente per augurare a tutti voi, affezionati, casuali o costretti lettori del blog quello che più vi piace sentirvi dire in un giorno come questo, che non tutti oggi festeggiano la stessa cosa, e non vorrei escludere qualcuno, che oggi, tutto sommato, mi sento buono.

venerdì 18 dicembre 2009

Scleropatomittenza 4: gli auguri del capo

Ieri ero riuscito a scampare all'orrida sceneggiata, oggi, invece, non c'è stato verso.

Noto con preoccupazione fin dalla mattina che il fastidiosissimo felide già citato qui impartisce tutta eccitata ordini ai suoi succubi, gli fa pulire scrivanie, indossare stupidi cappellini natalizi, imbandire tavole.
Arrivano teglie di pizza, mortadella, mozzarelle, bottiglie di peroni e io, con un moto di disgusto, mi preparo a sopportare l'insopportabile.
Il capo, si, quello che ogni volta che scende nel sottoscala che chiamiamo ufficio non si rilassa se non ha insultato e accusato di nullafacenza e incompetenza almeno un paio di noi, quello che l'altro ieri ti voleva licenziare, quello che ti ha appena fatto sapere che in ferie ci vai punto e basta, e sti gran cavoli che non te le pagano, si, quel gran pezzo d'uomo, si presenta sorridente all'ora di pranzo, ci offende scherzosamente un pochettino e poi, quando sono arrivati tutti, inizia il discorsetto di natale.
E lo fa buonista, il discorsetto, pieno di stima e di speranze di continuare insieme, e di essere tutti una grande famiglia. E a me, che sto alla diplomazia come un vegetariano a una braciolata, un travaso di bile non me lo toglie nessuno.
A migliorare la situazione interviene il Lacchè del capo, che gira con una macchina da 80 mila euro e ha la sola funzione di fare il lacchè del capo, appunto. E ci tiene, e pure parecchio, a precisare quanto è grande il capo, che ci tiene tutti qui, che si sobbarca onori e oneri, più di tutti noi, in questo grande viaggio che facciamo insieme.
E a me, che mi faccio lo straordinario non pagato, e il più grande complimento ricevuto è un "Non capisci un cazzo", mi vien voglia di infilarglieli, onori, oneri e pure un paio di panettoni dove meglio potrebbe comprenderne l'importanza all'uomo che straparla.

Che poi a me il natale piace. Mi piace soprattutto la luce che fa l'albero di natale che ho a casa, mi piace leggere appoggiato al panno verde sul tavolo in salone, mi piace rivedere quel paio di parenti con cui sto bene, ma che, per un motivo o per un'altro, riesco a vedere solo a natale, e ad anni alterni.

Quando il capo nota il panettone, e lo apprezza, che è da intenditori, a me vengono in mente i manager milanesi che ti minacciano da febbraio a dicembre, dicendoti che l'obbiettivo, per loro, è arrivare insieme al panettone. Tanto non è loro il posto a rischio. Raggiungo il mio personale limite e me ne vado, guardatemi pure male. E fottetevi, voi e il natale, che me lo state mandando di traverso.

giovedì 17 dicembre 2009

Scleropatomittenza 3: Io, che di fantozziano ci terrei ad avere il meno possibile

Dopo il post di ieri me ne torno, quatto quatto, a scrivere di facezie.
Che il blog, almeno io, lo uso per tenere allenata la mente, per fargli prendere strade che normalmente non percorre, per renderla in grado di non assorbire passivamente. Oh, poi se capita, magari ne fate lo stesso uso anche voi, che fra leggere un post di tetrapiloctomia alla buona e guardarsi il grande fratello proprio non c'è paragone.

Oggi, comunque, mi è capitata una cosa che mi ha lasciato un vago senso di straniamento.
Che di solito io lavoro per aziende private, e certe scene non mi sono mai capitate.
Oggi invece, visto che sono finito a lavorare dentro un ministero, sono stato trasportato in una sala riunioni con un ricco buffet, circondato da un sacco di gente con stampato in faccia un sorriso che quello di Berlusconi risulta sincero, con un direttore che faceva un discorso di auguri che non ascoltava nessuno ma che tutti applaudivano.
Ad un certo punto alla mia sinistra c'era il ragionier Filini, alla mia destra la signorina Silvani e, visto che il capo sembrava sempre di più un Megadirettore, io, che di fantozziano ci terrei ad avere il meno possibile, sotto gli sguardi allibiti e parecchio invidiosi di tutti i presenti, me ne sono andato.

Che a essere precari e senza raccomandazioni, alle volte, ci si riesce a togliere soddisfazioni non da poco.