mercoledì 3 febbraio 2010

Idrogrammatologia 6: In cucina la sequenza è tutto.

In cucina la sequenza è tutto.
E no, non venirmi a parlare della qualità degli ingredienti, della passione, dell'inventiva.
La sequenza è tutto, punto.
Pentola, acqua, ebollizione, sale, pasta, qualche minuto, scola, punto.
Sposta solo una singola parte della sequenza qua sopra, e se ti va bene hai fatto uno schifo; se sei particolarmente distratto e hai mischiato la sequenza nel modo sbagliato forse è il caso che chiami i pompieri.
Poi si, mettici la migliore pasta del mondo, il sale del Murray River, acqua di sorgente scozzese, usa una pentola con un centimetro e mezzo di fondo, assaggia spesso, sicuro che ti esce una pasta da dio.
Ma stai facendo un cazzo di piatto di pasta, e a guardarti li che te lo cucini in mutande e ciabatte, credo che anche con quello che trovi al supermercato sotto casa puoi ottenere un risultato più che soddisfacente, addirittura ottimo, se segui attentamente la sequenza.
In cucina la sequenza è tutto. E nella vita è uguale.
Prendi due tizi a caso, magari uomo e donna così la facciamo più semplice; prendili di quelli che a fargli rispettare la sequenza rischiano pure di invecchiare insieme. Ora metti caso che lui è sbronzo, sbaglia la sequenza, e gli fa proposte oscene prima di chiederle come si chiama. Dieci a uno lei lo manda a quel paese, e tanti saluti al futuro insieme, o alla nottata divertente, o quello che è.
Ora invece prendi la coppia peggio assortita che ti viene in mente, una di quelle coppie che guardandole non puoi proprio fare a meno di chiederti: uno, lei che ci trova in lui e due, lui come c'è riuscito, che da come lei lo guarda pare vedere un adone e non lo hobbit che vedono tutti gli altri intorno a lei.
E il segreto, anche qui, è che la sequenza è tutto, nella vita come in cucina, e quell'hobbit la, accompagnato da una dea dell'amore, la sequenza l'ha seguita tutta, puntiglioso, in maniera maniacale.
Qell'hobbit ha imparato quello che c'era da imparare, ha chiesto il suo nome ed ha detto il suo, ha saputo attendere, ha fatto tutte le mosse che era il caso di fare e quando è stato il momento ha saputo ascoltare i giusti consigli; e la sequenza, ovviamente, l'ha premiato.

Questa cosa qui m'è venuta fuori perchè, a quanto pare, trasformerò i fornelli in cattedra, che c'è qualcuno a cui non bastano gli auguri, ma servono decisamente lezioni di cucina, e a me che piace giocare tra i fuochi, le spezie e gli aromi, non potrebbe farmi più piacere.

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