giovedì 17 dicembre 2009

Scleropatomittenza 3: Io, che di fantozziano ci terrei ad avere il meno possibile

Dopo il post di ieri me ne torno, quatto quatto, a scrivere di facezie.
Che il blog, almeno io, lo uso per tenere allenata la mente, per fargli prendere strade che normalmente non percorre, per renderla in grado di non assorbire passivamente. Oh, poi se capita, magari ne fate lo stesso uso anche voi, che fra leggere un post di tetrapiloctomia alla buona e guardarsi il grande fratello proprio non c'è paragone.

Oggi, comunque, mi è capitata una cosa che mi ha lasciato un vago senso di straniamento.
Che di solito io lavoro per aziende private, e certe scene non mi sono mai capitate.
Oggi invece, visto che sono finito a lavorare dentro un ministero, sono stato trasportato in una sala riunioni con un ricco buffet, circondato da un sacco di gente con stampato in faccia un sorriso che quello di Berlusconi risulta sincero, con un direttore che faceva un discorso di auguri che non ascoltava nessuno ma che tutti applaudivano.
Ad un certo punto alla mia sinistra c'era il ragionier Filini, alla mia destra la signorina Silvani e, visto che il capo sembrava sempre di più un Megadirettore, io, che di fantozziano ci terrei ad avere il meno possibile, sotto gli sguardi allibiti e parecchio invidiosi di tutti i presenti, me ne sono andato.

Che a essere precari e senza raccomandazioni, alle volte, ci si riesce a togliere soddisfazioni non da poco.

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