lunedì 12 aprile 2010

Tetrapilocronaca #3: Quando puoi, grida Barabba


Chissà se Cristo, avrebbe voluto essere ospite di Vespa. Me lo chiedo, con non troppa euforia. In effetti, pare di vederlo, Cristo, quando in pompa magna il presentatore dedica una puntata all’ostensione della Sindone. Pare proprio Gesù, quello impresso sul telo e poco importa se viene ridicolizzato l’esame al carbonio 14, che ricordiamo, data il reperto attorno al 1300 d.C.. Come commentato dagli ospiti in studio, pare davvero improbabile che qualcuno abbia ucciso un essere umano in quei secoli dove il rispetto per la vita era nelle coscienze di tutti, solo per poter donare al mondo una falsa reliquia. Improbabile, ma che dico improbabile, impossibile. Vespa ne pare convinto e di certo, non sarò qui a contraddirlo, data la sua imparzialità e la sua analisi irreprensibile dei fatti; non possiamo che essere coinvolti. E quindi anche Cristo è in tv. In seconda serata. E di sicuro, non si sentirà solo, perché, oggi, il martirio è di moda, ci passano in tanti. Prendiamo una trasmissione di punta Rai, mettiamo che questa sia un reality, facciamo conto che questo reality si chiami L’Isola Dei Famosi e sia condotto dalla donna immagine di Rai Due e che questa, con un’intuizione proiettata agli ascolti, peschi una figura per questo programma quantomeno controversa, che risponde al nome di Aldo Busi, di professione scrittore, presentato come l’uomo pronto a portare la cultura in tv. Ecco, con tutti questi elementi al loro posto, gettiamo le fondamenta per una via crucis in piena regola. Già perché poi, potrebbe esistere ed in effetti esiste, una trasmissione radiofonica romana, Te La Do Io Tokio, in onda su Centro Suono Sport. Questa trasmissione, ideata e gestita da Mario Corsi, è uno dei programmi più conosciuti e seguiti nella Capitale e nasce principalmente come spazio dedicato al calcio e tale rimarrebbe, se non fosse che il conduttore, conosciuto ai più, semplicemente come “Marione”, è da molto tempo in prima linea quando si tratta di portare alla luce temi sociali scottanti e soprattutto dimenticati, spesso e volentieri, dalle trasmissioni che invece sono preposte a tale fine. Controinformazione, mi viene da dire in maniera forse impropria. Ecco dunque che già da qualche anno, grazie anche alla determinazione di Giuseppe Lomonaco, nel ruolo di cronista d’assalto, Te La Do Io Tokio si occupa fra le altre cose, degli spinosi eventi legati ai casi di pedofilia in Italia, seguendo l’equilibrata filosofia del “contro nessuno, a favore dei bambini”. E vista la forza e la costanza messa in queste inchieste, risulta quasi ovvio che proprio da qui venga riportato alla mente un intervento proprio di Busi risalente al 1996, in quel del Maurizio Costanzo Show, che potete vedere qui (se nel mentre non sparisce il video da Youtube, come è già successo). Sebbene poi in seguito Busi prenderà in qualche modo le distanze da quelle dichiarazioni definendole provocazioni (è bello poter dire “era una provocazione” e non doversi mai scusare, invero), in breve molti chiedono l’allontanamento dello scrittore dalla televisione di stato. Il vaso di Pandora è aperto. Nel mentre, nel reality, il signor Busi ravviva lo spettacolo, puntando l’indice contro l’altrui intelletto, in liti e bisticci, e auto proclamandosi profeta di sapere e buon senso. Fino a quando, ritiene giusto sia il caso di tornarsene in Italia, probabilmente convinto che avrebbe continuato poi dagli studi televisivi la propria avventura. Quindi dichiara di ritirarsi dal gioco, viene prima pregato di restare, poi battibecca con gli ospiti in studio ed infine con la Ventura, sciorinando nel frattempo, come fossero aculei d’un istrice messo all’angolo, nozioni storiche di dubbia utilità all’economia del discorso. Tutto questo lo potete vedere qui. Chi applaude, chi fischia, fatto sta, che nei giorni successivi, la Rai comunica che Busi non apparirà nelle seguenti trasmissioni, giacché reo di dichiarazioni anticlericali. Scusa più o meno plausibile da parte dei dirigenti, fatto sta che la patata bollente è messa da parte. Dalle parti del Vaticano, nel frattempo, hanno ben da fare con un’altra bomba, riguardante sempre la pedofilia. Storie brutte, di preti e bambini, di verità forse coperte, forse no, che secondo alcuni quotidiani esteri, potrebbero colpire di riflesso l’attuale Papa. Chissà cosa direbbe Ratzinger intervistato da Costanzo, mi viene da pensare. Comunque, la Ventura non ci sta, poco gli importa delle dichiarazioni del 1996, rivuole Busi a rimpolpare gli ascolti, vuole “garantire la libertà di parola a tutti”. Ecco quindi che lo scrittore diventa martire prossimo alla santità nell’iconografia televisiva. Ma recitando il rosario con il telecomando, mi viene d pensare che in croce non si deve star poi scomodi e da un intellettuale, passo ad un altro, dai modi radical chic altrettanto accentuati, che si cimenta in discussioni calcistiche, ovvero Mughini. Quest’ultimo recita il vangelo del Moggi, venuto al calcio per portare pace ed amore. Lui si poeta incompreso a cavallo fra il vecchio ed il nuovo millennio. Per chi non ricorda, Luciano Moggi, altri non era che il DG della Juventus. La Juventus è la squadra che più di tutte fu implicata in Calciopoli. Per Calciopoli, si intende un intrallazzo di ampie dimensioni fra squadre di calcio, dirigenti, calciatori, arbitri e chi più ne ha più ne metta, atto ad alterare i risultati sportivi delle partite di calcio del campionato italiano. Il calcio è il fiore all’occhiello dell’Italia, colpito sovente da scandali (o forse, più semplicemente, il fiore all’occhiello degli scandali che colpiscono l’Italia). E quindi, troviamo l’apostolo Mughini, su Rete Quattro, che inneggia alla poesia di Moggi, capace di prendere Cannavaro dando in cambio Carini, e distruggendo la prosaica interpretazione della (volgarissima, per l’amor di Dio) giustizia sportiva, nonché di quella ordinaria. E anche qui, poco importa se fra le mille e una sconcezze, quello scambio di giocatori è avvenuto quantomeno sotto una luce sinistra (andate a leggere le intercettazioni e vedete quando Moggi chiede a Cannavaro di “fare casino”, non aggiungo altro). Quando puoi, grida Barabba. E quindi torniamo al principio, dove non basta il vero, per essere più veri delle parole dette in televisione. Io attendo le intercettazioni al carbonio 14, perché sono stra-convinto, che se Gesù non fosse morto di freddo, sarebbe sicuramente andato da Vespa.

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