giovedì 6 maggio 2010

Idrogrammatologia 7: Anche le società più civili hanno qualche difetto

Sto pensando ad una società in cui un concetto come l'omofobia non è nemmeno comprensibile, in cui domandare dei gusti sessuali equivale a chiedere se si preferisce il dolce o il salato.
Sto pensando ad una società in cui la libertà di culto è assoluta, in cui gli edifici di culto delle varie religioni e divinità sorgono gli uni accanto agli altri, in cui nessuno si sognerebbe mai di mettere in discussione l'altrui credo.
Sto pensando ad una società cosmopolita, in cui la diversità è ricchezza, in cui le varie culture si confrontano e si integrano per dar vita ad un qualcosa di nuovo ed in continua evoluzione.
Sogno una società in cui è scontato prendersi cura dei propri dipendenti, una società in cui ogni singola persona è un investimento da portare avanti e curare, dove, di fronte alla proposta di un lavoro a tempo determinato, sarebbe il capo stesso a riderti in faccia.
Certo, i romani davano i cristiani in pasto alle belve affamate; ma di fronte all'alto grado di civiltà raggiunto questa piccola barbarie impallidisce, e stiamo comunque parlando di quasi due millenni fa.
E poi in fondo è vero che i leoni li affamavano, ma di fame non ne è mai morto nessuno!

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