venerdì 26 febbraio 2010

Miseranda umanità

Guardateli così come vi appaiono, una puttana d'alto bordo napoletana, un milanese maturo conciato come un ventenne da centro sociale e un giovane romano, elegante nel suo completo scuro, seduti ad un tavolo di un angolo di Roma dall'architettura fascista, a formare la più improbabile delle compagnie che uno stupefacente sole primaverile di fine febbraio potrebbe illuminare.
Guardateli meglio, più a fondo, per ciò che realmente sono, seduti silenziosi davanti ad un pasto privo di entusiasmo.
Guardate il giovane, con l'acciaio nascosto in bocca e in testa la rabbia per mille rivoluzioni.
Guardate l'uomo, con gli occhi spenti di chi ha la vita bloccata sull'unico binario rimasto, quello che porta alla fine, e in testa la rabbia di chi vorrebbe avere una vita da mordere con foga.
Guardate la donna, con i suoi gioielli vistosi, con i suo abiti costosi, con in testa lo schifo che i soldi non possono cancellare, e la rabbia di chi avrebbe voluto poter fare scelte diverse.
E ora, dopo aver visto ciò che sono, senza lasciarvi distrarre dall'inessenziale motivo per il quale una così improbabile compagnia si sia riunita, chiamateli, come faccio io, con il nome che gli appartiene: sconfitta, rabbiosa, miseranda umanità. 

Nessun commento:

Posta un commento