martedì 8 giugno 2010

Se la rossa vuole ucciderti, ci pensa la bionda a salvarti la vita

Sabato notte, nemmeno troppo tardi, viste le abitudini.
Ma l'hai bevuta.
La birra di troppo, una rossa; tutte quelle di prima le avresti rette tranquillamente, ma questa rossa no, semplicemente non potevi, e qualcosa, dentro di te, cede.
Ti metti in macchina, la direzione è casa; ti piomba addosso tutto: una giornata al mare, un aperitivo in centro, una cena, un dopo cena e un concerto. E lei, la rossa che vuole rapirti la vita.
La strada provinciale sfuma nel buio e sfoca nell'alcol; le curve sembrano sempre un pochino più dritte, i rettilinei si fanno sinuosi; gli occhi si fanno pesanti, i sogni si mischiano alla realtà.
Vorresti fermarti, ma un posto decente per accostare non c'è, e tutto quello che vuoi, adesso, è un letto in cui crollare fino a domani.
Lo sguardo rosso di un semaforo ti convince a poggiare il piede sul freno; sei fermo, occhi cinesi che tieni aperti a stento, e sai che una volta ripartito sarà tutto infinitamente più difficile.
Ed è una bionda che viene a salvarti.
Una macchina si ferma al semaforo accanto alla tua, e tu non registri nemmeno l'informazione.
Poi ti senti chiamare, e lei, mezzo busto fuori dal finestrino, ti chiede se hai da accendere.
Il verde scatta, dietro di voi qualcuno suona impaziente, tu gli dici di accostare con te e riparti.
Accosti, qualche metro dopo il semaforo e aspetti, seduto, di vedere quel che succede.
L'altra macchina accosta, qualche metro davanti a te, e tu puoi gustarti lo spettacolo di lei che scende e ti viene incontro, con l'andatura incerta degli adoratori di Bacco, stretta in un jeans e una maglietta che non ricorderai mai con certezza se è azzurra o verde o quello che è. Arriva di fianco alla macchina, occhi cinesi che incontrano occhi lucidi, del colore di una bottiglia di gin Bombay Sapphire, la massa bionda dei suoi capelli illuminati dalla fiamma dell'accendino.
Poi ti dice che sei la persona più gentile che abbia mai incontrato, allunga una mano dentro il finestrino e ti accarezza la testa, miele caldo su una ferita aperta, brucia dove tocca, e intorno cola piacere.
Se ne va, irreale e improbabile così come è comparsa, lasciandoti in dono quel tanto di lucidità che ti serve per riparare nel porto sicuro di un parcheggio sotto casa e svenire con calma.
Ti svegli ridendo nelle prime luci dell'aurora, e mentre barcolli verso casa ringrazi la tua personale divinità fatta di eventi improbabili, che questa notte è venuta a salvarti la vita tracciando la fine di un cerchio, a concludere un capitolo della tua vita.
Una ragazza dai capelli rossi ti stava mangiando la vita, e tante, tante birre bionde ti hanno tenuto in piedi.
Troppe birre rosse volevano rubarti la vita, e una ragazza bionda è comparsa per trattenerti tra i vivi.

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