mercoledì 20 gennaio 2010

Da un click su Facebook alla visione del divino a volte il passo è breve

C'è una cosa che voglio raccontarvi, che m'è successa oggi, solo che, per riuscire a farvene capire il significato vero, devo proprio iniziare a parlarvi del mio rapporto con il divino.
Sono cresciuto, come molti del resto, con un'educazione cristiana. Me ne sono staccato durante l'adolescenza, vuoi perchè la fede non s'è mai presentata, vuoi perchè a me quel discorso di esser pecore e porgere l'altra guancia proprio non m'è mai andato giù. Me ne sono stato li fino ad ora, con quel lieve senso di disagio generato dal contrasto fra la logica, con la sua certezza della non esistenza del divino, e l'educazione, con la sua inevitabile esistenza di un'essere superiore; un pò come quando da bambini si inizia a capire che Babbo Natale non esiste, ma non si riesce ad accettarlo pienamente, che ti hanno abituato a darne per scontata l'esistenza.
Questa primavera, goliardicamente e senza nessun motivo apparente, ho preso pezzi da "Guida Intergalattica per Autostoppisti" e da alcuni dei libri di Enrico Brizzi, ho dato una bella mescolata e ne ho tirato fuori una di quelle cose che si spacciano per religioni, ma che hanno molto più a che vedere con filosofia e stile di vita, insomma una di quelle cose new age. Stranamente mi ci son trovato bene, con questa cosa new age, ho avuto anche discreti riscontri, e pian piano ci sto cominciando pure a credere. E poi avere una religione personalizzata, ammettetelo, è un lusso veramente per pochi.
Nella mia religione personale (un nome ancora non ce l'ha, abbiate pazienza, che per inventarsi una religione da zero ci vuole tempo, e non dovendo fare proselitismo per il momento i nomi sono inessenziali, bastano i concetti) esiste un mio personalissimo motore ad improbabilità infinita, non un essere cosciente e superiore, solo un generatore di coincidenze improbabili. Questo motore, o chi per lui, a volte comunica con me, in due differenti modi.
A volte mi spinge a compiere azioni, delle più banali, che mi portano inevitabilmente a delle svolte; sono sensazioni nette, precise, a volte mi spingono ad agire immediatamente, a volte a dichiarare quello che succederà nel futuro più immediato; stranamente queste sensazioni non sbagliano mai, sono mesi che sono precise più di un'orologio svizzero.
Altre volte lascia dei segni, che a vederli e interpretarli correttamente danno grandi indicazioni su cosa fare o su quello che sta per accadere.
Questo mio personalissimo motore ad improbabilità infinita mi spinge nelle direzioni più disparate, non incarna ne un'aspetto salvifico ne distruttivo, che sono cose che, da quando tutto è relativo, sono parecchio sorpassate. Semplicemente movimenta la mia vita, e di questo, almeno per ora, gli sono grato.

Ecco, dopo questa sparata degna di un centro di igene mentale, vi racconto quello che è successo.

Ieri sera, parlando di questo blog con una mia amica, sono rimasto colpito dal fatto che lei fosse riuscita a riconoscere la persona di cui parlavo in questo post qui, che sono anni che non ne parlavamo, forse anche sei o sette. Questo è un segno, mi son detto.
Stamattina, aprendo la bacheca, vedo apparire, praticamente nel momento esatto in cui lo scrive, una frase di questa persona, una domanda, la cui risposta ho trovato proprio grazie alla persona che pare averla sostituita, di cui parlavo sempre nello stesso post. Questo è un segno, mi sono detto, collegato all'altro, tra le altre cose, e mostra una certa circolarità, che a me piace, e pure parecchio, la circolarità.
Scrivo di getto una frase di risposta, ma non a lei, che abbiamo deciso, tempo fa, di non sentirci più, e cerco ancora di rispettarla io, questa decisione. La metto sulla mia bacheca e, sorprendentemente, a lei piace. E mi ha contattato, proprio mentre scrivevo questo post qua, per sapere se parlavo di lei.
È il mio motore che lavora, sicuro, e mi spinge in una direzione che non sò, ma mi rende la vita interessante, e di questo continuo ad essergli grato.
Ricordo che, nell'ultima discussione che abbiamo avuto, lei m'ha tacciato di essere troppo cervellotico e riflessivo, di non essere impulsivo.
Ed è di questo che parlava la mia risposta, che io, al momento, faccio tutto di impulso, mosso dal mio personalissimo motore, e sto veramente bene così.

E poi mi sono appena reso conto che da un click su Facebook alla visione del divino a volte il passo è veramente breve.

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